Si muore troppo facilmente. Dovrebbe essere molto più difficile morire.— Elias Canetti
Si muore troppo facilmente. Dovrebbe essere molto più difficile morire.
Quando tutti gli animali impareranno a sparare? Quando diventerà pericoloso per ogni cacciatore sparare?
Una frase sola è netta e bella. Già la successiva le toglie qualcosa.
Gli unici esseri umani che trovo noiosi sono i parenti.
La fama rastrella il doppio di ciò che l'invidia ha potato.
Vile, veramente vile è solo chi ha paura dei suoi ricordi.
Voglio un prete, un rabbino, e un pastore protestante. Voglio scommettere in ogni settore.
La morte, questo fiero sergente, è severa nella sua custodia.
Solo per la morte noi siamo insostituibili.
Il bene che si dirà di noi dopo la nostra morte ci consolerà del male che si sarebbe detto della nostra vita se fosse durata troppo a lungo.
Sappiate che la morte vi sorveglia, gioir nei prati o fra i muri di calce, come crescere il gran guarda il villano finché non sia maturo per la falce.
"So che morirò, ma non ci credo". Dice Jacques Madaule. Lo so ma non ne sono intimamente persuaso. Se ne fossi persuaso completamente certo non potrei più vivere.
Gli uomini temono la morte come i bambini temono il buio; e come quella paura naturale nei bambini è accresciuta da fole e racconti, così è dell'altra.
Ci sono diecimila e più porte attraverso cui l'uomo può uscire di scena.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Se la morte è assenza totale di sensazioni, come se si dormisse un sonno senza sogni, oh, essa sarebbe un guadagno meraviglioso.