La morte non tace su nulla.
Il nemico del mio nemico non è mio amico.
Non esiste una scrittura che sia sufficientemente segreta da permettere all'uomo di esprimersi in essa con verità.
Tutto ciò che viene mangiato è oggetto di potere.
La verità dev'essere un temporale: quando ha purificato l'aria, se ne vada. La verità deve cadere come un fulmine, altrimenti non ha alcuna efficacia.
L'invenzione dell'inferno è la cosa più orrenda, ed è difficile concepire come, dopo questa invenzione, ci si possa ancora aspettare qualcosa di buono dagli uomini.
Nessuno sa se per l'uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?
Non ci si prepara alla morte, ci si separa della vita.
I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.
Il fatto che sono morti non testimonia affatto che siano vissuti.
In qualunque luogo ci sorprenda la morte in battaglia, che sia la benvenuta.
È ridicolo correre verso la morte per stanchezza della vita, quando è il tuo sistema di vita che ti fa correre incontro alla morte.
La morte ci colga vivi.
È l'ignoto che temiamo, quando guardiamo la morte e il buio, nient'altro.
Alla stupida domanda "Perché io?" l'universo si prende a malapena il disturbo di replicare: perché no?
Si dovrebbe, per amore della vita - volere una morte diversa, libera, consapevole, senza accidenti, senza incidenti...