Ogni vero eroe sa portare il peso dei colpi che subisce.— Dionigi Tettamanzi
Ogni vero eroe sa portare il peso dei colpi che subisce.
Solo una città che ritrova l'ambizione della propria identità civica - pensata come sintesi viva delle sue tante originalità - può tornare a fare appassionare al bene comune e a suscitare il desiderio di una partecipazione responsabile.
Quando indago la gloria conseguita dagli eroi, e le vittorie dei grandi generali, non invidio i generali.
L'eroe della storia è colui che nella città punta la lancia nella gola del drago, e nella solitudine tiene con sé il leone nel pieno delle sue forze, accettandolo come custode e genio domestico, ma senza nascondersi la sua natura di belva.
L'eroe non è colui che non cade mai ma colui che una volta caduto trova il coraggio di rialzarsi.
Fare il proprio dovere val meglio dell'eroismo.
Che cosa rende eroici? Muovere incontro al proprio supremo dolore e insieme alla propria suprema speranza.
I veri eroi sono quelli che ogni giorno si alzano dal letto e affrontano la vita anche se gli hanno rubato i sogni e il futuro. Quelli che alzano la saracinesca di un bar o di un'officina, che vanno in un ufficio, in una fabbrica. Che non lottano per la gloria o per la fama, ma per la sopravvivenza.
Eroismo e santità, virtù secondarie. Ma bisogna aver dato prova di sé.
Guerre, conflitti, tutti affari. Un omicidio è delinquenza, un milione è eroismo. Il numero legalizza.
Gli eroi sono eroi perché il loro comportamento è eroico, non perché vincano o perdano.
Conobbi un uomo che all'ora della sveglia balzava subito dal letto e faceva un bagno freddo. Ma questo eroismo non serviva a nulla perché, dopo il bagno, doveva saltare di nuovo dentro al letto per scaldarsi.