Quando si crede troppo, si rischia tanto quanto si crede troppo poco.
Le donne troppo virtuose hanno in sé qualcosa che non è mai casto.
Si rischia tanto a credere troppo quanto a credere troppo poco.
La sensibilità non è mai disgiunta da una certa debolezza di organizzazione.
Un'estrema sensibilità fa gli attori mediocri; una sensibilità mediocre fa la folla dei cattivi attori; e l'assoluta mancanza di sensibilità è il presupposto per gli attori grandissimi.
Imbecilli mortali! Pensate di essere capaci di comprendere le passioni che la Natura ha posto dentro di noi, ma esse sono opera di Dio. Volete distruggere queste passioni, restringerle in angusti confini.
Noi abbiamo bisogno di credere.
C'è da meravigliarsi e diffidare da coloro che affermano di non avere difficoltà a credere. Forse (com'è stato detto) è perché non hanno ben capito di che cosa si tratta.
Prima che chiunque altro al mondo ci creda ci devi credere tu.
Credere in Dio è più logico e scientifico che credere nel nulla.
Dovete credere in qualcosa: l'istinto, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo approccio non mi ha mai tradito, e ha fatto la differenza nella mia vita.
Non sono ateo, ma non posso credere in quel che mi vogliono insegnare contro la mia intelligenza, senza sentirmi falso e ipocrita.
È bastato che credessero i nostri padri. Essi hanno esaurito la facoltà delle fede della specie. Il loro lascito per noi è lo scetticismo di cui avevano paura.
No, non fa male credere, fa molto male credere male.
Negare bene, credere bene, dubitare bene sono per l'uomo quel che è il correre per il cavallo.
Chi crede non vuole pensare, ma spostare montagne, diventare beato, avere molto: Dio, immortalità, felicità eterna. Forse è per questo che non vuole pensare? Forse non ne è affatto capace? In ogni caso non deve. Spesso non ne ha bisogno, perché altri se ne incaricano per lui.