La sensibilità non è mai disgiunta da una certa debolezza di organizzazione.
La religione di Gesù Cristo, annunciata da ignoranti, ha fatto i primi cristiani. La stessa religione, predicata da dotti, oggi fa soltanto degli increduli.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
Il vero martire attende la morte. Il fanatico le corre incontro.
Ci sono alcuni dei quali non bisogna dire che temono Dio, ma piuttosto che ne hanno paura.
Quando si crede troppo, si rischia tanto quanto si crede troppo poco.
Il mio sogno è un'alta definizione che ci aiuti a migliorare la nostra sensibilità per il reale; l'incubo invece che cancelli ogni fiducia in immagini capaci di farsi portatrici di verità.
Quello che identifichiamo come la nostra sensibilità è solo la più alta evoluzione del terrore di un agnello al suo sacrificio. Soffriamo per nulla. Il nostro desiderio di morte è la nostra sola vera tragedia.
Nessuno si può aspettare che una maggioranza sia sensibile a motivi che non siano ignobili.
Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
Ci sono scuole per qualsiasi cosa, dove si impara di tutto e alla fine non si sa niente, non si sa niente di niente. Non esiste una scuola per la sensibilità. Non esiste, è impensabile. Ci vuole un certo bagaglio intellettuale.
Si dovrebbe andare oltre i limiti della normale sensibilità per influenzare profondamente le altre persone.
La sensibilità non è la qualità di un grande genio.
La morte non è niente per noi. Ciò che si è dissolto non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
La superstizione è sostenuta esclusivamente dalla speranza, dall'Odio, dall'ira e dall'inganno, dato che essa trae la sua origine non dalla ragione, ma dalla sola sensibilità e per di più da una appassionata sensibilità.
Non è necessario avere una religione per avere una morale. Perché se non si riesce a distinguere il bene dal male, quella che manca è la sensibilità, non la religione.