L'uomo davvero virtuoso compie il suo dovere senza sforzo.
Noi non siamo altro che fasci o collezioni di differenti percezioni che si susseguono con una inconcepibile rapidità, in un perpetuo flusso e movimento.
Tutto è ignoto: un enigma, un inesplicabile mistero. Dubbio, incertezza, sospensione di giudizio appaiono l'unico risultato della nostra più accurata indagine.
La ragione è, e deve solo essere, schiava delle passioni, e non può rivendicare in nessun caso una funzione diversa da quella di obbedire e di servire ad esse.
La mente è una specie di teatro, dove le diverse percezioni fanno la loro apparizione, passano e ripassano, scivolano e si mescolano con un'infinita varietà di atteggiamenti e di situazioni.
Lo zelo più grande ed autentico non ci salva dall'ipocrisia.
Gli uomini virtuosi sono spesso cittadini pusillanimi. Alla radice del vero coraggio, c'è una sregolatezza.
Meglio perverso, che virtuoso per paura o per conformismo.
Sentimenti virtuosi nascono spontaneamente sul terreno fertile della sofferenza. Più si soffre, più si deve essere virtuosi.
Quando gli uomini diventano virtuosi in vecchiaia, semplicemente sacrificano a Dio gli avanzi del diavolo.
Quanto ai poveri virtuosi, uno può averne compassione, ma è escluso che possa ammirarli.
Se gli uomini diventassero improvvisamente virtuosi molte migliaia di persone morirebbero di fame.