Dobbiamo sapere, sapremo.
La fisica è decisamente troppo difficile per i fisici.
Sai, per essere un matematico non aveva abbastanza immaginazione; ma ora è diventato un poeta e se la cava davvero bene.
L'arte del fare matematica consiste nel trovare il caso speciale che contiene tutti i germi di generalità.
Si può misurare l'importanza di un lavoro scientifico in base al numero di pubblicazioni precedenti reso superfluo da esso.
Tutti i matematici certamente condividono la convinzione che ogni problema matematico è necessariamente corrispondente a una precisa risoluzione, sentiamo fino a noi stessi il costante pianto: c'è un problema, cerca la soluzione. Puoi trovarla attraverso un pensiero puro.
Quanto più sai, tanto più c'è da esplorare, e trovi sempre dell'altro.
Il sapere scientifico non è conoscenza certa: è solo un sapere congetturale.
Il sapere alimenta l'immaginazione, l'erudizione la sterilizza.
I popoli, al pari degli individui, tanto possono quanto sanno.
Il sapere tende a farsi vedere. Se lo si tiene segreto, deve vendicarsi.
Quanto più già si sa, tanto più bisogna ancora imparare. Con il sapere cresce nello stesso grado il non sapere, o meglio il sapere del non sapere.
Quel che insegna Google è che c'è oggi una parte enorme di umani per la quale, ogni giorno, il sapere che conta è quello in grado di entrare in sequenza con tutti gli altri saperi.
Sa poco chi dice a sua moglie tutto quello che sa.
La cosa più dura: tornare sempre a scoprire ciò che già si sa.
È molto più bello sapere qualcosa di tutto, che tutto di una cosa.