L'ingiustizia è una maestra rigida ma impareggiabile.
Uno dei miti piú pericolosi è quello secondo il quale chi sta per suicidarsi diventa sempre positivo e generoso e altruista.
Il tennis è lo sport più bello che esista e anche il più impegnativo. Richiede controllo sul proprio corpo, coordinazione naturale, prontezza, assoluta velocità, resistenza e quello strano miscuglio di prudenza e abbandono che chiamano coraggio. Richiede anche intelligenza.
È questa la vera malvagità, non sapere nemmeno che si è malvagi.
È la loro certezza di essere diversi a renderli uguali.
Ho trentatré anni e sento di aver già vissuto tanto e che ogni giorno passa sempre più velocemente.
Chi commette un'ingiustizia è sempre più infelice di quello che la subisce.
Spesso commette ingiustizia non solo colui che fa qualcosa, ma anche colui che non la fa.
Se fremi d'indignazione ogni qualvolta si commette un'ingiustizia, allora sei un mio compagno.
Neppure l'ingiustizia è uguale per tutti.
L'ingiustizia porta l'ingiustizia, e il combattere con le tenebre e l'essere sconfitti da esse porta necessariamente l'inizio dei combattimenti.
Se sei capace di tremare d'indignazione ogni qualvolta si commette un'ingiustizia nel mondo, allora siamo compagni.
È bene non soltanto il non commettere ingiustizia, ma il non voler commetterla.
Taluni pensano che commettere ingiustizie sia il solo modo di esercitare il potere.
È meglio subire un'ingiustizia che compierla.