Tutti son buoni a far gli eroi con la pelle degli altri.
Il peggior tradimento che si possa fare a un uomo è ammazzarlo, sia pure lealmente.
È certo assai più difficile perdere una guerra che vincerla. A vincere una guerra tutti son buoni, non tutti son capaci di perderla.
Alcune persone non fanno nulla - ma lo fanno in un modo affascinante.
Un bordello ci vuole, in una città per bene: come ci vuole il Municipio, il Tribunale, le carceri, l'ospedale, il cimitero, e il Monte di Pietà.
Volevo che il mondo sapesse che il mio paese, l'Etiopia, ha sempre vinto con determinazione ed eroismo.
L'unità di misura del teatro come rappresentazione è l'uomo, e quest'uomo deve poter essere riconosciuto da coloro che siedono nella platea come uno di loro, come un campione, nel bene e nel male, di ciò che essi sono, temono o sperano di essere; un eroe, insomma.
Un vero eroe non lascia che la tristezza e la solitudine prendano il sopravvento.
Ogni eroe finisce per annoiare.
L'eroe non è colui che non cade mai ma colui che una volta caduto trova il coraggio di rialzarsi.
La società borghese manca di eroismo.
Penso a un eroe come a qualcuno che comprende la responsabilità che deriva dal proprio essere libero.
I veri eroi sono quelli che ogni giorno si alzano dal letto e affrontano la vita anche se gli hanno rubato i sogni e il futuro. Quelli che alzano la saracinesca di un bar o di un'officina, che vanno in un ufficio, in una fabbrica. Che non lottano per la gloria o per la fama, ma per la sopravvivenza.
L'eroe è sempre quello che resta, e il colpevole chi abbandona il campo.
Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.