Un eroe non può essere eroe se non in un modo eroico.
Bisogna riconoscere un merito alla natura umana: quando non è in gioco l'interesse personale, è molto più pronta ad amare che a odiare.
Un uomo gravato da un segreto dovrebbe assolutamente evitare l'intimità del suo medico.
Quale altro carcere è scuro come il nostro cuore! Quale carceriere così inesorabile come il nostro io!
Per l'uomo falso, tutto l'universo non è vero, e quando cerchi di afferrarlo stringi un pugno di mosche: è impalpabile. E lui stesso, fino a quando si mostrerà sotto una luce falsa, sarà un'ombra, una cosa che non esiste più.
Le carezze, le espressioni di amore, sono necessarie alla vita affettiva come le foglie alla vita di un albero. Se sono interamente trattenuti, l'amore morirà alle radici.
Ci si dimentica sempre che un eroe è un uomo, soltanto un uomo, e che resistere a una tirannia, subire sevizie, languire per anni in una cella senz'aria né luce è a volte più facile che battersi nell'equivoco e nelle lusinghe della normalità.
Sorte miserabile quella dell'eroe che non muore, dell'eroe che sopravvive a se stesso.
Che cosa rende eroici? Muovere incontro al proprio supremo dolore e insieme alla propria suprema speranza.
Il vero eroe alla fine muore. Quelli che restano sono i filosofi.
Ogni vero eroe sa portare il peso dei colpi che subisce.
Diventare un eroe è come vincere la professione più corta sulla terra.
Il primo grado dell'eroismo è vincere la paura e il dominio su se stessi.
L'eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.
Un vero eroe non lascia che la tristezza e la solitudine prendano il sopravvento.
Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita.