L'uomo è il prodotto dei suoi errori.
Gli uomini di fatica, di affari, di pensieri, nello stato di riposo, su una spiaggia, per esempio, sembrano di quelle belve in cattività dei giardini zoologici.
Il cinema, a furia di rendere tutto patetico e sentimentale, rende cinici. Non dà all'uomo che atteggiamenti.
La lontananza è il fascino dell'amore.
Dei Greci, i meridionali hanno preso il loro carattere di mitomani. E inventano favole sulla loro vita che in realtà è disadorna. A chi come me si occupa di dirne i mali e i bisogni, si fa l'accusa di rivelare le piaghe e le miserie, mentre il paesaggio, dicono, è così bello.
La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile.
L'uomo che potendo, per natura, essere arguto e caustico, sappia serbarsi benevolo, è animale raro.
L'uomo: un microbo pieno di problemi.
L'uomo non è che un fuscello, il più debole della natura, ma è un fuscello che pensa.
L'uomo porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più.
L'uomo perfetto dei pagani era la perfezione dell'uomo che esiste; l'uomo perfetto dei cristiani era la perfezione dell'uomo che non esiste; l'uomo perfetto dei buddisti la perfezione della non esistenza dell'uomo.
L'uomo è per natura un animale religioso.
L'uomo è un'invenzione di cui l'archeologia del nostro pensiero mostra chiaramente la data recente. E forse la fine prossima.
Ben scrisse un sofista greco, che l'uomo è la misura delle cose: ma si dimenticò che le cose sono misura dell'uomo.
L'uomo è un sole, i sensi sono i suoi pianeti.
L'uomo non è un essere naturale: è un essere naturale umano.