Sapere sia di sapere una cosa, sia di non saperla: questa è conoscenza.
L'allievo Tse Kung chiese: Esiste una parola che possa esser la norma di tutta una vita? Il maestro rispose: Questa parola è 'reciprocità'. E cioè, non comportarti con gli altri come non vuoi che gli altri si comportino con te.
L'uomo superiore è contento e sereno, l'uomo da poco è sempre inquieto e pieno d'affanno.
Saggezza e buon senso si ottengono in tre modi: primo con la riflessione, che è la cosa più nobile; secondo attraverso l'imitazione, che è la cosa più semplice; e terzo con l'esperienza, che è la cosa più amara di tutte.
Rispetta te stesso e gli altri ti rispetteranno.
Il maestro disse: Chi si modera, raramente si perde.
Non merita di essere conosciuto se non ciò che può non essere insegnato.
La conoscenza non è sufficiente, dobbiamo applicarla.
La vera conoscenza deriva soltanto o da un sospetto o da una rivelazione.
Conoscente. Una persona che conosciamo abbastanza bene per chiederle un prestito, ma non abbastanza per prestarle dei soldi.
Diffida della falsa conoscenza, è molto peggiore dell'ignoranza.
Fede e conoscenza rinchiuse nella medesima testa non vanno d'accordo; ci stanno come un lupo e una pecora chiusi nella medesima gabbia: e la conoscenza è il lupo che minaccia di divorare la vicina.
Conoscenza del vero, conoscenza del nero.
L'esercizio fisico, quando è imposto, non fa nessun male al corpo; ma la conoscenza acquisita per forza non ha presa sulla mente.
È sicuramente meglio conoscere cose che non servono a niente, piuttosto che non conoscere niente.
Non si conosce nulla, né le persone, né gli oggetti, semplicemente perché non si può vedere mai una cosa o una persona nella sua totalità, se vedi una persona di faccia, non puoi vedere le sue spalle, hai una visione sempre parziale, approssimativa di tutto.