A che serve passare dei giorni se non si ricordano?
Non c'è niente che sappia di morte più del sole in estate della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte.
Tutto il problema della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri.
Il pessimismo cosmico è una dottrina di consolazione. Molto peggio sta chi credendo all'ambivalenza dell'ordine esistente, riconosce se stesso per inadatto, quindi per condannato a soffrire.
Capii che Nuto aveva davvero ragione quando diceva che vivere in un buco o in un palazzo è lo stesso, che il sangue è rosso dappertutto, e tutti vogliono esser ricchi, innamorati, far fortuna.
Fumare. Uno s'illude di favorire in questo modo la meditazione, ma la verità è che fumando disperde i pensieri come nebbia, e tutt'al più fantastica, cosa molto diversa dal pensare.
Il bar non porta i ricordi ma i ricordi portano inevitabilmente al bar.
La ricchezza della vita è fatta di ricordi, dimenticati.
In fondo si inventa soltanto con il ricordo.
Accanto all'arte della mnemonica (ricordare) occorrerebbe un'arte del dimenticare.
I ricordi vanno messi sotto teca, appesi a una parete e guardati. Senza tentare di rinnovarli. Mai.
Accumulare bei ricordi, non è forse la sola cosa che possiamo fare nella vita?
Per un fiore appassito nel libro dei ricordi rugiada è una lagrima di dolore.
Ogni uomo senza saperlo, cerca nella donna soprattutto il ricordo del tempo in cui lo abbracciava sua madre.
Il ricordo della felicità non è più felicità; il ricordo del dolore è ancora dolore.