La scienza è qualcosa di più di un corpus di conoscenze: è un modo di pensare.
La libertà dalla superstizione è una condizione necessaria ma non sufficiente per la crescita della scienza. Si deve avere anche l'idea di interrogare la natura, di compiere osservazioni ed esperimenti.
La scienza è un modo per denunciare i bluff di coloro che avanzano pretese infondate di sapere. È un baluardo contro l'esoterismo, contro la superstizione, contro la religione applicata a sproposito. Se siamo fedeli ai suoi valori, può aiutarci a smascherare la menzogna.
Abbiamo incominciato a comprendere la nostra origine: siamo materia stellare che medita sulle stelle.
Un clero celibe è un'idea particolarmente buona, perché tende a sopprimere ogni inclinazione ereditaria verso il fanatismo.
Ci piaccia o no, siamo legati alla scienza. Dobbiamo dunque cercare di cavarne il meglio. Quando finalmente veniamo a patti con essa e ne riconosciamo pienamente la bellezza e il potere, troviamo di aver fatto un baratto decisamente a nostro favore.
La scienza esige umiltà intellettuale esattamente come la verità di fede.
Tutta la scienza non è altro che un raffinamento del pensiero comune.
La scienza ha come obiettivo di capire ciò che Iddio ha scritto, usando il rigore della matematica.
La vera scienza soprattutto insegna a dubitare e ad essere ignoranti.
Un vero scienziato non crea caste. Sono gli scienziati falliti che, arrivati per vie traverse in qualche stanza dove si esercita il potere, non scientifico ma politico, lo usano a fini di nepotismo. Accade per esempio in strutture accademiche che di scientifico hanno poco o niente.
La nostra scienza è costituita di alcuni buoni aneddoti insieme ad alcuni maestosi fatti sulla distanza e le dimensioni e di poco o niente sulle stelle nella loro relazione con l'uomo.
Quando la Scienza avrà messo tutto in ordine, toccherà ai poeti mischiare daccapo le carte.
La scienza che esita a dimenticare i suoi fondatori è perduta.
La scienza è il capitano, e la pratica sono i soldati.
La scienza non può mai afferrare l'irrazionale, perciò essa non ha futuro dinanzi a sé in questo mondo.