Il pensiero fa la grandezza dell'uomo.
La felicità vera è nel riposo e non nel trambusto.
Ciò che fa grande la grandezza umana è che si riconosce miserabile; un albero non si riconosce miserabile. Riconoscersi miserabili significa dunque essere miserabili, ma riconoscersi miserabili significa essere grandi.
I pagani non conoscono Dio, e amano solo la Terra. Gli ebrei conoscono il vero Dio, e amano solo la Terra. I cristiani conoscono il vero Dio, e non amano la Terra.
Quel che può la virtù di un uomo non si deve misurare dai suoi sforzi ma dal suo comportamento ordinario.
Poche amicizie sopravvivrebbero, se ciascuno sapesse ciò che il suo amico dice di lui in sua assenza, benché parli sinceramente e senza passioni.
Pensare è il lavoro più arduo che ci sia, ed è probabilmente questo il motivo per cui così pochi ci si dedicano.
Se il pensiero è verità, esso, ove non incontrasse ostacoli, consisterebbe nella contemplazione di se medesimo.
Abbiamo poco controllo sui nostri pensieri. Siamo prigionieri delle idee.
Chi vuole pensare deve rinunciare a darsi da fare.
Si può essere qualcuno semplicemente pensando.
Pensare non è essere d'accordo o in disaccordo: questo è votare.
Mentre smettiamo di pensare, spesso perdiamo la nostra opportunità.
Il pensiero s'impernia sulla definizione delle parole.
Date al solitario pensatore la più cara delle sue gioie, quella di sapersi vivo nella vita di tutti.
Credere che il pensiero, non imputabile civilmente, sia non imputabile moralmente, è grand'inganno; quasiché le stesse passioni che, secondate, tergono l'azione, non torgano l'opinione.