È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.
Mai come oggi gli uomini sono morti così silenziosamente e igienicamente e mai sono stati così soli.
Della morte questo deve essere detto: per lei, non c'è bisogno di scendere dal letto. Ovunque ti capiti di stare, sta sicuro che gratis te la verranno a portare.
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte.
Certamente si deve morire, ma la morte viene associata a una "vecchiaia" vissuta come un evento molto lontano che non ci riguarda da vicino.
Il primo sintomo della morte é la nascita.
Comunque, non è così male... Voglio dire, quando sei morto, puoi essere te stesso.
Molti di noi percorrono la vita in punta di piedi, così da raggiungere la morte in tutta sicurezza.
La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi.
La morte distrugge un uomo, l'idea della morte lo salva.
Le persone più vitali sono quelle che hanno maggior terrore della morte, e perciò costrette a sfuggirla e a rimuoverne l'incubo moltiplicano gli atti di vita e collocano in essi il senso del quale hanno bisogno.