La storia è la continuazione della zoologia.
Solo gli spiriti veramente grandi, come le aquile, hanno i nidi solo nelle vette deserte.
La brevità della vita, tanto spesso lamentata, potrebbe forse essere quel che la vita ha di meglio.
Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.
Solo il cambiamento è eterno, perpetuo, immortale.
Non c'è, veramente, stoltezza più grande del voler trasformare questa valle di lacrime in un luogo di delizie, e del proporsi per meta, come pure fanno molti, la gioia e il piacere, anziché aspirare a un'esistenza il più possibile priva di dolore.
La storia non progredisce in base a principi democratici: avanza per mezzo della violenza.
Nella storia di una democrazia la discontinuità è un elemento fecondo e non un baratro di cui aver paura.
Non esiste la Storia, entità misteriosa scritta con la lettera maiuscola. Sono gli uomini, finché essi sono davvero uomini, che fanno e disfanno la storia.
Niente della tv passerà alla storia e tanto meno noi: dovremmo prenderci sempre meno sul serio.
Alla storia non si chiede né il numero dei morti né il costo delle grandi imprese!
La memoria storica è conoscenza, è pietas, è ricerca dei significati e della loro gerarchia, e la sua perdita significa imbecillità.
Chi non ha nessuna sensibilità per la Storia è come un uomo senza il senso dell'udito o della vista.
La storia, come un idiota, meccanicamente si ripete.
La storia distilla soltanto i ricordi positivi.
La storia non si ripete. Sono gli storici che si ripetono.