L'infelicità è per il nostro animo il calore che lo mantiene tenero.
Solo la luce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche per gli altri.
La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.
Non v'è rimedio per la nascita e la morte salvo godersi l'intervallo.
Un essere personale com'è inevitabile sia ogni Dio, il quale non abbia alcun luogo, ma sia ovunque e da nessuna parte, si può soltanto enunciare, non immaginare, e quindi neppure credere.
Perdonare e dimenticare vuol dire gettar dalla finestra una preziosa esperienza già fatta.
L'infelicità è essa stessa un vizio.
La speranza degli infelici rinasce sempre.
Meglio essere infelici sui cuscini di una Rolls Royce che sulle panchette di un tram.
Non c'è gioia per chi procura l'infelicità altrui.
Nessuno può vantarsi o sdegnarsi con verità dicendo: io non posso essere più infelice di quel che sono.
Dicono che la felicità si trova nelle piccole cose. Sapeste l'infelicità.
Non v'è infelicità umana la quale non possa crescere. Bensì trovasi un termine a quello medesimo che si chiama felicità.
L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni.
L'infelicità deve essere commisurata non tanto al male in sé, quanto al carattere di chi soffre.
Gli uomini che sono infelici, come gli uomini che dormono male, ne menano sempre vanto.