La vita è una farsa dove tutti abbiamo una parte.
Adesso posso dire che l'arte è una sciocchezza.
Quando hai diciassette anni non fai veramente sul serio.
La donna sarà anch'essa poeta quando cesserà la sua schiavitù senza fine, quando avrà riconquistato per sé la propria esistenza (nel momento in cui l'uomo, che è stato fino ad allora ignobile nei suoi riguardi, la lascerà libera).
Come un dio dagli enormi occhi azzurri e dalle forme di neve, il mare e il cielo attirano sulle terrazze di marmo la folla delle giovani e forti rose.
Ora posso dire che l'arte è una sciocchezza.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Due compiti per iniziare la vita: restringere il tuo cerchio sempre più e controllare continuamente se tu stesso non ti trovi nascosto da qualche parte al di fuori del tuo cerchio.
Il mio avvertimento di oggi per la gente è il seguente: se prendi il gioco della vita seriamente, se prendi il tuo sistema nervoso seriamente, se prendi i tuoi organi sensori seriamente, se prendi il processo energetico seriamente, devi accenderti, sintonizzarti e scollegarti.
La durata della mia vita non dipende da me. Vivere pienamente non dipende che da me.
Quando hai finito di cambiare sei finito.
La vita non è un avere e un prendere, ma un essere e un diventare.
Nella feroce morsa delle circostanze non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia. Sotto i colpi d'ascia della sorte il mio capo è sanguinante, ma indomito.
L'arte della vita sta nell'imparare a soffrire e nell'imparare a sorridere.
Non siamo nati per lavorare incessantemente, carichi di rabbia, senza fermarci mai, con la sensazione che ci manchi qualcosa, come se avessimo buttato via la nostra vita, mentre ci affrettiamo verso la morte in preda a un senso di inadeguatezza.
Ogni istante della vita è di per sé così strano che non sarebbe affatto sopportabile, se fossimo in grado di avvertire tale stranezza nel presente con la stessa chiarezza con cui è solita apparirci nel ricordo e nell'attesa.