Chi non ha mai imparato ad obbedire non può essere un buon comandante.— Aristotele
Chi non ha mai imparato ad obbedire non può essere un buon comandante.
È bene, nella vita come ad un banchetto, non alzarsi né assetati né ubriachi.
Le persone oneste e intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza.
La natura non fa nulla di inutile.
Il saggio impara molte cose dai suoi nemici.
Pensate da uomini saggi, ma parlate come la gente comune.
Chi non sa ubbidire non sa comandare.
La questione dell'educazione è la differenza tra l'educazione all'obbedienza e l'educazione alla libertà.
Chi è nato per obbedire, obbedirebbe anche sul trono.
La solidarietà rende gli individui difficilmente controllabili e impedisce che diventino un soggetto passivo nelle mani dei privati. Quindi occorre una macchina propagandistica che corregga ogni deviazione dal principio della soggezione ai sistemi di potere.
Se il Bene, invece che estraneo, incomprensibile, un altrui capriccio, ci apparisse nostro, espressione di ciò che vogliamo profondamente, non ci sarebbe alcun merito ad obbedirgli, poiché non vi sarebbe alcuna amarezza.
La scomparsa del senso di responsabilità è la conseguenza di vasta portata della sottomissione all'autorità.
Un'obbedienza senza ascolto e senza dialogo non è obbedienza.
Il più forte non è mai tanto forte da poter essere sempre il padrone, a meno che trasformi la sua forza in diritto e l'obbedienza in dovere.
La meditazione cristiana può essere nel suo nucleo solo contemplazione amorosa, riflessiva e obbediente di questo uomo che è l'autoaffermazione di Dio.
La ragione è, e deve solo essere, schiava delle passioni, e non può rivendicare in nessun caso una funzione diversa da quella di obbedire e di servire ad esse.