Io voglio essere buono. Voglio essere, per il resto della mia vita, solamente un atto di bontà.
La bontà civilizza l'intelligenza.
Nell'uomo la bontà è una fiamma che può rimanere celata, ma mai estinguersi completamente.
Se si ha intenzione di essere buoni, bisogna fare della bontà una professione, e questa è la più assorbente che vi sia al mondo.
Diventiamo buoni sempre un tantino troppo tardi. Anche perché nessuno, grazie al cielo, potrebbe metterci alla prova.
Per esser buoni, però, bisogna essere a posto davanti a Dio, davanti al prossimo e davanti a noi stessi.
Diventare uomo buono veramente è, bensì, arduo, tetragono di mani, di piedi e di mente, forgiato senza difetto.
Essere buoni con chi non ti ha caro richiede non solo molta benevolenza ma anche molto tatto.
Credo alla tua saggezza solo se viene dal cuore, credo alla tua bontà solo se viene dalla ragione.
Veramente buono è l'uomo raro che non biasima mai le persone per i mali che capitano loro.
La bontà, che non è mai bonacciona, è difficile perché presuppone la forza di fare i conti con la complessità del reale, in cui coesistono bene e male, fraternità e violenza.