L'assenza di difficoltà produce solo cretini.
Possiamo trasformare la vita in una specie d'avventura da libro illustrato, se vogliamo. Non c'è nessun limite a quello che si può inventare, se solo usiamo le risorse che adesso vengono rovesciate per alimentare questo mondo detestabile.
Cosi spettatori delle nostre vite da restare a guardare come spettatori mentre quello che ci succedeva entrava a far parte del nostro passato.
Le famiglie "minuscoli teatri in cui attori scadenti continuano a mettere in scena la stessa pessima rappresentazione, davanti a spettatori ammanettati alle loro sedie".
Non puoi volere una zebra e non accettare le sue strisce.
Cerchiamo di divertirci, Livio eh? Cerchiamo di esserci e di sentire e di pizzicare e raccogliere quello che c'è finché c'è, senza fare i sognatori e i distratti e gli autolesionisti, eh?
Non rifletté, scientemente, che la soluzione della propria difficoltà consisteva delll'ammettere il fatto che non c'era soluzione.
Quel che hanno di più difficile i periodi difficili della vita è che essi si ripetono.
Più difficile fare una cosa che parlarne? Per nulla. Questo è un volgare errore della massa. È molto, molto più difficile parlare di una cosa che farla.
Le maggiori difficoltà stanno dove noi le cerchiamo.
Come mi riesce difficile vedere ciò che è davanti ai miei occhi!
Avviene assai volte, che moltiplicando i mezzi per arrivare ad un medesimo fine ci si arrivi più difficilmente.
Le nostre difficoltà quotidiane celano abissi, non sono altro che la punta di un enorme iceberg.
È più che impossibile, è difficile.
La vera difficoltà dell'uomo non è di godere i lampioni o i panorami, non di godere i denti-di-leone o le braciole, ma di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace.