La vecchiaia è l'età della discrezione.
Di libri basta uno per volta, quando non è d'avanzo.
Non sempre quello che viene dopo è progresso.
La ragione sfida alle volte la forza con una specie di coraggio disperato, come per farle sentire che, a qualunque segno arrivi, non arriverà mai a diventar ragione.
S'era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d'essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.
All'avvocato bisogna contare le cose chiare; a lui poi tocca di imbrogliarle.
I vecchi che posseggono il senso dell'umorismo hanno diritto al trenta percento di sconto sull'età.
Quando invecchiamo, Dio fa in modo che la nostra vista s'indebolisca così che guardandoci allo specchio possiamo dire: "Non sono cambiata affatto".
Quando gli amici di un uomo cominciano a fargli i complimenti perché sembra così giovane, questo può star certo che quelli pensano che stia diventando vecchio.
Più invecchio anch'io, più mi accorgo che l'infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi che ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.
La vecchiaia e' una malattia incurabile.
Il sonno e l'estate sono le ultime risorse del vecchio.
Uno dei segni che cominciamo a non essere più giovani è il nascere di un senso di solidarietà con gli altri esseri umani.
La pace della vecchiaia è un placido golfo che apre a poco a poco il varco all'oceano immenso infinito, e infinitamente calmo dell'eternità.
La paura di invecchiare viene nel momento in cui si riconosce di non vivere la vita che si desidera. Equivale alla sensazione di abusare del presente.