La pistola che ho puntato alla tempia si chiama Poesia.
Chi tace spaventa.
C'è gente che parla per riempire il vuoto della sua intelligenza.
I colori maturano la notte.
La miglior vendetta? La felicità. Non c'è nulla che faccia più impazzire la gente che vederti felice.
O dammi canto da cantar soave, sì che lacrime di cielo colorino la vita.
Non si scrive un poema con le idee, ma con le parole.
Un poesia è, o dovrebbe essere, un tratto impermeabile del fiume che sta scorrendo in tutte le direzioni, e tutte le immagini in conflitto entro di esso dovrebbero essere riconciliate per quel breve fermarsi del tempo.
Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente.
Lui le diceva: "Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto le senti, ti grattano dentro".
Un sano tirocinio poetico non consiste in altro che nell'imparare ad essere scontenti.
La poesia è una grazia, una possibilità di staccarsi per un po' dalla terra e sognare, volare, usare le parole come speranze, come occhi nuovi per reinventare quello che vediamo.
La poesia è la parola dei secoli.
Non disprezzate la poesia. È pur sempre un ottimo modo di esercitare la memoria.
Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo.
Non è possibile che crei poesia chi non è posseduto da un Dio e fuori di senno.