La passione reale del ventesimo secolo è la servitù.
La gente crede sempre che ci si uccida per una ragione. Ma si può benissimo uccidersi per due ragioni.
Gli uomini fanno finta di rispettare il diritto, ma s'inchinano soltanto alla forza.
Troppe persone hanno deciso di rinunciare alla generosità in modo da mettere in pratica la carità.
Se la paura della morte è, in effetti, un'evidenza, altrettanto evidente è che questa paura, per quanto grande sia, non è mai stata in grado di contrastare le passioni umane.
Hai notato che solo la morte ci ridesta i sentimenti? Ma lo sai perché siamo sempre più giusti e generosi con i morti? È semplice. Verso di loro non ci sono obblighi. Se un obbligo ci fosse, sarebbe quello della memoria, e noi abbiamo la memoria corta.
Non punire i servi sotto l'effetto del vino: altrimenti, sembrerai comportarti in modo sconveniente a causa dell'ubriachezza.
Meglio regnare all'Inferno che servire in Paradiso.
È una fatica servire gli stessi padroni e esserne comandato.
La servitù nasce e vive dalla comune viltà. Tutte le declamazioni contro gli abusi della tirannide sono meno efficaci che il dire ai servi: contatevi.
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
Al servo pazienza, al padrone prudenza.
Chi più servo di colui che sempre ha bisogno d'essere servito?