La gloria è un convento.
Ci si stanca della pietà, quando la pietà è inutile.
Utilizzare i propri vizi, diffidare delle proprie virtù.
Ciò che si chiama ragione di vivere è allo stesso tempo un'eccellente ragione di morire.
La libertà non è che una possibilità di essere migliori.
Perché bisognerebbe amare raramente per amare molto?
I giovani si gloriano. I vecchi si schermiscono.
La gente che sembra così gloriosa è tutta apparenza; sotto sotto sono come chiunque altro.
La vita è simile ad una panegiria: come infatti alcuni partecipano a questa per lottare, altri per commerciare, altri ancora ‐ e sono i migliori ‐ per assistervi, così nella vita alcuni nascono schiavi della gloria e cacciatori di guadagno, altri filosofi avidi della verità.
L'errore peggiore è pensare che quello che conta più di tutto in una partita sia vincere. Niente affatto. Quello che conta è la gloria. È giocare con stile, con bellezza, è andare in campo e travolgere l'avversario, non aspettare che sia l'avversario a farsi avanti e così morire di noia.
La gloria di colui che tutto move per l' universo penetra e risplende in una parte più e meno altrove.
L'umiltà e la carità vanno di pari passo. L'una glorifica e l'altra santifica.
Meglio varrebbe non aver vissuto che vivere senza gloria.
L'abilità naturale senza istruzione ha conquistato più spesso la gloria e la virtù che non l'istruzione senza l'abilità naturale.
Le palme della gloria non appassiscono mai.
Così grande è la dolcezza della gloria che, a qualunque oggetto si riferisca, fosse pure la morte, la desideriamo.