118 frasi, citazioni, aforismi
Quel che non è leggermente difforme ha un aspetto insensibile, ne deriva che l'irregolarità, ossia l'imprevisto, la sorpresa, lo stupore sono una parte essenziale e la caratteristica della bellezza.
Quest'orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
Tutto è numero. Il numero è in tutto. Il numero è nell'individuo. L'ebbrezza è un numero.
Un vecchio scrittore sconosciuto ha detto: "Nulla eguaglia la gioia dell'uomo che beve, se non la gioia del vino di essere bevuto".
L'arte è la creazione di una magia suggestiva che accoglie insieme l'oggetto e il soggetto.
Il vino e l'uomo mi fanno pensare a due lottatori tra loro amici, che si combattono senza tregua, e continuamente rifanno la pace. Il vinto abbraccia sempre il vincitore.
Lo studio della bellezza è un duello in cui l'artista urla di spavento prima di esser vinto.
Per il mercante anche l'onestà è una speculazione.
La vita è un ospedale in cui ciascun paziente è posseduto dal desiderio di cambiare letto.
Per il commerciante la stessa onestà è una speculazione di lucro.
Partiamo all'alba, con il cervello ardente, il cuore gonfio di rancore e desideri amari, e andiamo, docili al ritmo delle onde, cullando l'infinito nostro sul finito dei mari...
Ciò che c'è di pericoloso nell'amore è il fatto che è delitto nel quale non si può fare a meno di un complice.
L'arte è la domenica della vita.
Il bambino è turbolento, egoista, senza dolcezza e senza pazienza; e nemmeno può, come il semplice animale, come il cane e il gatto, far da confidente ai dolori solitari.
Il dandy dovrebbe aspirare ad essere ininterrottamente sublime. Dovrebbe vivere e dormire davanti a uno specchio.
Questa vita è un ospedale in cui ogni paziente è posseduto dal desiderio di cambiare letto.
Il lusso, la spensieratezza e lo spettacolo consueto della ricchezza fanno quei ragazzi così belli, che si direbbero d'una pasta diversa da quella dei figli della mediocrità e della povertà.
Si deve lavorare, se non per il gusto, almeno per disperazione, perché, ad attenta verifica, il lavoro è meno noioso del divertimento.
La gloria è il risultato dell'adattamento di uno spirito alla stupidità nazionale.
Bara e alcova vi offrono, come buone sorelle, piaceri terribili e paurose dolcezze.