Come tutti sanno, il sapore della gloria è amaro.
Per quanto pacifici siano i tempi, la morte è il supremo movente per i samurai. Se un samurai temesse la morte, o la scansasse, in quello stesso istante cesserebbe di essere un samurai.
Il valore di un uomo si rivela nell'istante in cui la vita si confronta con la morte.
La bellezza non ha il tempo di assumersi ogni volta la responsabilità dell'influsso della sua forza incalcolabile.
Tutti i misteri, incluso il miracolo della trasmigrazione, finiscono per essere trasformati in leggi.
Sebbene l'era del samurai possa apparire, a prima vista, come un mondo rude e bellicoso, esso invece era contraddistinto da una delicata e ben articolata considerazione dei propri simili, assai più fine di quella odierna.
Non è coraggio senza pazienza, non è gioia senza fatica, non è forza senza dolcezza, senza umiltà non è gloria.
Non il piacere, non la gloria, non il potere: la libertà, unicamente la libertà.
La gloria è il sole dei morti.
La gloria è una forma d'incomprensione, forse la peggiore.
Morire non significa nulla, ma vivere sconfitti e senza gloria significa morire ogni giorno.
La gloria è un veleno che bisogna prendere a piccole dosi.
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a un altro uomo. La vera nobiltà sta nell'essere superiore alla persona che eravamo fino a ieri.
Nei tempi più gloriosi dell'arte, gli artisti si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un'imitazione mal riuscita.
Non può esserci vera grandezza senza umiltà.
Non si può vedere che dove non c'è più alcuna tenebra di potere. Il potere, cieco, oscura la gloria.