È difficile essere allo stesso tempo uno scrittore e un gentiluomo.
Nessuno scrittore, per quanto violente siano le sue proteste, disdegna sul serio, se gli è chiesto, di leggere un libro ancora non pubblicato; si tratta del suo pupillo e possiede ancora quel fascino che, una volta arditamente stampato e rilegato, viene completamente distrutto.
Le donne sono come le galline, se schiamazzano non preoccupatevene.
L'uomo che muore per il suo paese muore perché questo gli piace, così come un altro mangia cetriolini sottaceto perché gli piacciono. Se gli uomini potessero preferire il dolore al piacere, la razza umana sarebbe spenta da un pezzo.
Non c'è egoismo così insopportabile quanto quello del cristiano riguardo alla sua anima.
L'arte è semplicemente un rifugio inventato da gente ingegnosa, che ha già a sufficienza cibo e donne, per sfuggire la noia della vita.
Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere inutile.
Lo scrittore deve guadagnare per vivere e scrivere, ma non deve vivere e scrivere per guadagnare.
Anche allo scrittore più onesto scappa una parola di troppo, quando vuole arrotondare un periodo.
Il compito primordiale dello scrittore di oggi è di essere «mitoclasta».
Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori.
Gli unici scrittori impeccabili sono quelli che non hanno mai scritto.
Una delle possibili definizioni giuste di scrittore, per me sarebbe addirittura la seguente: un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, fuorché la letteratura.
Quando uno non riesce in nessun'altra cosa, di solito si mette a scrivere.
Per istruirsi uno scrittore dovrebbe più vivere che leggere. Per divertirsi uno scrittore dovrebbe più scrivere che leggere. Allora possono nascere quei libri che il pubblico legge per istruirsi e divertirsi.