Il difficile non è morire per la fede, ma vivere per essa.
Il pigro senza ambizione si rifiuta interamente alla lotta e decreta a se stesso il nome di filosofo.
È impossibile nello stato della nostra società, non essere qualche volta uno snob.
Chi fu il balordo che disse: "Le belle parole non condiscono le rape"? In società, metà delle rape sono servite e insaporite con quest'unica salsa.
Chi ammira in modo meschino cose meschine è uno snob.
Tutto è vanità, lo sappiamo, ma chi non confesserà di volere una parte di questa vanità?
Noi sappiamo che la fede non è né una camomilla né una consolazione, ma una fonte di interrogativi, di inquietudini, di non appagamento.
Se non si crede alla vita eterna non si comprende nulla di questa vita terrena.
La fede è stata la forza di Papa Wojtyla. E la fede fonda anche la solidarietà.
La fede in Dio è un istinto, un istinto naturale per l'uomo, come la sua posizione eretta. Non avere questa fede è contro natura, come è contro natura per l'uomo la posizione curva.
La più costosa di tutte le follie è credere fermamente in quello che palesemente non è vero. È l'occupazione principale del genere umano.
Montagne di dubbio non spostano la fede.
La fede in una santa causa è in buona parte un sostituto alla perdita della fede in noi stessi.
Dare all'uomo una fede, vuol dire decuplicare la sua forza.
Meno credo in Dio più ne parlo.
Il piano di Dio è insinuare la fede nella mente per mezzo di ragioni e nel cuore per mezzo della Grazia.