La vera cultura vive di simpatie e ammirazioni, non di antipatie e disprezzo.
L'arte di essere saggi è l'arte di capire a cosa si può passar sopra.
La storia è un bagno di sangue.
Un atto non ha assolutamente nessuna qualità etica quando non sia scelto fra un certo numero di atti ugualmente possibili.
Tutta la mia educazione tende a persuadermi che il mondo della nostra presente coscienza è solo uno fra i tanti mondi di coscienza esistenti.
Tessiamo noi stessi il nostro destino, buono o cattivo, e il lavoro fatto non si può più disfare: nulla di ciò che facciamo viene mai cancellato.
La cultura degli uomini è divisa in parti uguali in tre aree stagne e comunicanti secondo convenienza: quella del silenzio, quella dell'omissione, quella dell'omertà. Un vero maschio rivelatore lo misuri solo dalla tenacia del suo coma volontario. Non vede, non sente, non parla.
Non è veramente colto chi non sa leggere il proprio cuore.
L'uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle. Per lui la speranza è un fatto reale.
Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino.
Che la cultura sia la quintessenza di tutto ciò che si è dimenticato è una giusta nozione. Oltrepassato quel punto, la cultura è una malattia e un peso per chi sta intorno alla persona colta.
Cultura. Facile da definire. Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura.
La crisi della cultura. C'è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l'inglese.
Cultura non è leggere molto, né sapere molto: è conoscere molto.
Il valore della cultura si rivela nel modo più chiaro quando una persona colta prende la parola a proposito di un problema che sta fuori dall'ambito della sua cultura.
Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze.