La cultura è il miglior viatico per la vecchiaia.
È sconveniente che i giovani pronuncino delle massime.
Tutte le azioni umane hanno una o più di queste sette cause: caso, natura, costrizione, abitudine, ragione, passione e desiderio.
Dello schiavo, che è uno strumento vivente, bisogna aver cura nella misura in cui è buono al lavoro.
La natura non fa nulla di inutile.
Due sono infatti, le cose che portano gli uomini a preoccuparsi e ad amare: ciò che è proprio e ciò che è caro.
Cultura. Facile da definire. Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura.
Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.
La crisi della cultura. C'è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l'inglese.
Come l'amore va cercato fuori del matrimonio, così la cultura va cercata fuori delle sue istituzioni.
La cultura attuale dell'apparire, per come ci viene trasmessa, in particolare, attraverso la televisione, funziona da cassa di risonanza del narcisismo.
La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell'avversa.
L'uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle. Per lui la speranza è un fatto reale.
Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti.
Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Perché la cultura in senso specifico o, meglio, classista è un possesso: e niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso.
Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino.