L'aforisma di W.H. Auden esplora la naturalezza e l'incongruenza del comportamento umano in situazioni estreme o drammatiche, suggerendo che il canto come forma d'espressione è appropriato solo all'interno delle convenzioni teatrali. Questo pensiero invita a riflettere sulla distanza tra la vita reale e le rappresentazioni artistiche della stessa, mettendo in discussione l'uso di certi meccanismi artistici per descrivere esperienze umane vere. La frase critica il modo in cui spesso ci aspettiamo che i protagonisti delle opere d’arte esprimano le loro emozioni attraverso forme estreme, mentre nella vita quotidiana queste stesse emozioni restano silenziose o vengono manifestate con modi più quotidiani e meno drammatici. In questo senso, l'aforisma di Auden rivela una critica sottile alla teatralità della rappresentazione artistica rispetto all'esperienza umana vera.