Tristezza che non viene da sola e non viene da ora.
Solo chi cade offre la vista edificante di rialzare il capo dal fondale sottostante.
Tutte quelle romanticherie, i tramonti, il mare, sono sempre lì, sono io che spesso manco.
Com'è simile la parola amarezza alla parola amore.
È la vita... ma è certo, non si muore tutte le mattine, si muore una volta sola.
La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire.
La tristezza come inclinazione è un vizio. La tristezza bisogna meritarla.
Perciò ho scritto, per trasformare la tristezza in nostalgia, la solitudine in ricordi.
Bisogna ridere della propria tristezza come ridono gli dèi.
Mia soltanto è la patria della mia anima. Vi posso entrare senza passaporto e mi sento a casa; essa vede la mia tristezza e la mia solitudine ma non vi sono case: furono distrutte durante la mia infanzia, i loro inquilini volano ora nell'aria in cerca di una casa, vivono nella mia anima.
È necessaria l'infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità... la morte per comprendere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene.
Niente giustifica la tristezza: soltanto il diavolo ha ragioni per essere triste.
Quando ci si sente tristi e addolorati ecc. basta mangiare un po' di cioccolata o aspettare un po' di tempo perché tutto si metta matematicamente a bene.
Non c'è tristezza che, camminando, non si attenui e lentamente si sciolga.