Come non cadere in ginocchio davanti l'altare della certezza.
Io vado a letto tardi perché leggo Kant.
L'amore vero vuole il bene dell'amato.
C'è una lussuria del dolore, come c'è una lussuria dell'adorazione e persino una lussuria dell'umiltà.
Quando la protesta, interpretando così a fondo i sospetti dell'uomo medio, si esercita contro tutto, siamo nel pieno di quella tecnica demagogica che si chiama qualunquismo.
L'eredità fondamentale dell'illuminismo sta tutta qui: c'è un modo ragionevole di ragionare e, se si tengono i piedi per terra, tutti dovrebbero concordare su quello che diciamo, perché anche in filosofia bisogna dare retta al buon senso.
Credere è molto noioso. Dubitare è profondamente avvincente. Essere sul chi va là è vivere. Farsi cullare nella certezza è morire.
Un malfattore può avere la fortuna di rimanere nascosto; ma non ne ha mai la certezza.
Se c'è una cosa di cui sono sicuro è che questo mondo non basta, e se non c'è altro se lo possono riprendere indietro tutto intero.
Le cose di cui si è assolutamente certi non sono mai vere.
L'uomo non possiede che due certezze assolute: il piacere e il dolore. Esse orientano tutta la sua vita individuale e sociale.
Ho poche certezze. E nessuna incrollabile.
Le certezze non sono di questo mondo. E quelle poche quasi sempre sono negative.
L'unico momento in cui si può essere certi di qualcosa è quando si è certi di aver sbagliato.
Sperare soltanto nelle certezze; è più sicuro.
Il problema centrale della nostra epoca è come poter agire risolutamente in assenza di certezza.