Coloro che non furono mai sventurati, non sono degni della loro felicità.
La quiete si ha da sacrificare alla coscienza e all'onore.
Sciagurati coloro che, per non essere scellerati, hanno bisogno della religione.
L'uomo dabbene in mezzo a' malvagi rovina sempre; e noi siam soliti ad associarci al più forte, a calpestare chi giace, e a giudicar dall'evento.
Negli uomini pubblici l'amicizia è o interessata o falsa, e sempre corta.
La noia proviene o da debolissima coscienza dell'esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire, o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo.
Ricchezza, fama, tutto puoi perdere, ma questa felicità nell'intimo del tuo cuore può soltanto velarsi, e si rinnoverà sempre finché vivrai. Finché puoi guardare il cielo senza timore, sappi che sei intimamente puro e che ridiverrai comunque felice.
Credersi felice vuol dire esserlo; credersi infelice significa press'a poco diventarlo.
La felicità sociale sta nell'impiego pacifico e nell'armonia dei godimenti dei singoli.
Non importa quanto tardo, avaro o saggio sia un uomo. Egli sa che la felicità è indisputabilmente giusta.
Ho sempre creduto che ogni uomo fa la propria felicità ed è responsabile per i propri problemi.
La felicità non consiste nell'acquistare e godere ma nel non desiderare nulla, perché consiste nell'essere liberi.
Tre cose occorrono per essere felici: essere imbecilli, essere egoisti e avere una buona salute. Ma se vi manca la prima tutto è finito.
L'uomo non può essere partecipe della felicità o dell'infelicità altrui fin tanto che non si sente egli stesso soddisfatto.
Ogni età ha la felicità che le è propria.
È felice chi giudica rettamente. È felice chi è contento della sua condizione, qualsiasi essa sia, e gode di quello che ha. È felice chi affida alla ragione la condotta di tutta la sua vita.