Era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiedevano il bis.
Io prode? No, a me non mi prode nulla.
L'ignorante parla a vanvera. L'intelligente parla poco. 'O fesso parla sempre.
Eh sì, ho perduto la memoria! Infatti nella mia testa avvengono delle lacune che la laguna di Venezia diventa un'inezia lacunare!
Si dice che l'appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni.
Dicono che la morte è un mistero, ma il fatto di essere esistito è un mistero maggiore, apparentemente è banale, e invece è così misterioso.
Se la morte è il fine necessario della vita, tutta la saggezza consiste nell'affrettarne il conseguimento.
Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.
Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più.
Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.
Per quanto bella sia stata la commedia in tutto il resto, l'ultimo atto è sempre sanguinoso. Alla fine, con una vanga si getta della terra sulla testa. Ed ecco fatto, per sempre.
Una bella morte... che sciocchezza, la morte non è mai bella, la morte è laida, sempre, è la negazione della vita.
La morte venne nel mondo per il peccato', dice il cristianesimo. Ma la morte è puramente l'espressione cruda, stridente e portata al suo eccesso, di ciò che il mondo è nell'essenza sua. Onde è più conforme al vero dire: il mondo è per il peccato.
Ad un certo punto della vita non è la speranza l'ultima a morire, ma il morire è l'ultima speranza.
Il bene che si dirà di noi dopo la nostra morte ci consolerà del male che si sarebbe detto della nostra vita se fosse durata troppo a lungo.