Una pace certa è preferibile e più sicura di una vittoria sperata.
Spesso, e soprattutto in guerra, le cose fittizie valgono quanto le cose reali e chi crede di poter far affidamento su qualche aiuto, proprio come se davvero ne disponesse, si salva grazie al morale che ricava dalla speranza e dalla voglia di osare.
Le grandi ambizioni rendono grandi gli animi.
È pericoloso, data la facilità con cui si sbaglia, vivere puntando solo sull'onestà.
Il fraudolento sa guadagnarsi per tempo la fiducia nelle piccole cose, per tradire poi con grande profitto.
L'ira senza forze è vana.
Non è una colpa desiderare un attimo di pace almeno al tramonto della vita.
I soldati capiscono solo la guerra, la pace li confonde.
Non abbiamo bisogno di pistole e bombe per portare la pace, abbiamo bisogno di amore e compassione.
Oggi la pace è poco più che una convenienza politica: non è certo un sistema di pensiero e un modo di sentire veramente diffusi.
Non saremo mai in grado di effettuare il disarmo fisico fino a quando siamo riusciti ad effettuare il disarmo morale.
La pace come scopo deliberato molto facilmente si trasforma nel suo sostituto degenere, l'anestesia.
La pace non è la virtù degli imbelli.
La pace è una guerra, ma con se stessi.
La migliore costituzione per qualsivoglia potere, si comprende facilmente a partire dal fine dello stato civile: che non è niente altro che la pace e la sicurezza della vita.
Se in una casa fanno pace anche soltanto in due, essi potranno dire alla montagna: "Spostati!" E questa si sposterà.