Vive veramente solo chi vive il proprio destino come un mistero.
La misteriosa attrazione del "gioco dei re", l'unico fra tutti i giochi che si sottragga sovranamente alla tirannia del caso e dia la palma della vittoria all'intelletto soltanto.
Non è forse maledettamente facile credere di essere un grand'uomo se non si ha la minima idea dell'esistenza di un Rembrandt, di un Beethoven, di un Dante, di un Napoleone?
Coloro che sostengono di combattere per Dio sono gli uomini più intolleranti della terra; poiché credono di ricevere messaggi divini, le loro orecchie sono sorde a qualsiasi parola dell'umanità.
Da un facile successo scaturisce solo orgoglio.
Fa parte della felicità o infelicità dell'uomo mediocre il non sentire bisogno alcuno di misurare se stesso, il non provare la curiosità del proprio io prima che giunga il destino a interrogarlo.
Una filosofia ne supera un'altra solo quando definisce con maggior precisione lo stesso mistero insolubile.
Coloro che indugiano sulle bellezze ed i misteri della Terra non sono mai soli o stanchi della vita.
La vita non è un problema da risolvere. È un mistero da vivere.
Il futuro è un tempo nel quale dorme l'ignoto. Non vorrei che quell'ignoto mi tirasse lo sgambetto perciò non tengo sogni nel cassetto.
Mistero è in verità la nostra vita contemporanea.
Il matrimonio è sacro perché al suo interno ammette il mistero della vita.
Davvero strana è la natura umana.
È così stupido chiudere gli occhi al mistero, così disumano, un atteggiamento da bestie.
Il fascino dell'ignoto domina tutto.
Servirsi di Dio come di una risposta alla domanda sull'origine delle leggi equivale semplicemente a sostituire un mistero con un altro.