La violenza risolve sempre tutto.
Vorrei sopportare tutte le umiliazioni, tutte le torture, l'ostracismo assoluto e anche la morte, per prevenire la violenza.
La violenza va sempre rifiutata, perché a farne le spese è poi la gente comune.
Trovo inaccettabile che la violenza costituisca la base di alcune delle nostre abitudini alimentari.
La rabbia e la violenza non possono costruire una nazione. Ci stiamo sforzando di procedere in un modo e verso un risultato che garantirà che tutte le nostre persone, bianche e nere, emergano come vincitori.
Tutti gli esseri tremano di fronte alla violenza. Tutti temono la morte. Tutti amano la vita.
La violenza è la levatrice di ogni vecchia società, gravida di una nuova società.
Quando un governo si impone con la violenza e con la violenza impedisce ai cittadini di esprimersi, di opporsi, addirittura di pensare, allora ricorrere alla violenza è una necessità.
La violenza allegra non provoca dolore e non ha conseguenze tragiche. È la soluzione facile e veloce di molti problemi, a cui ricorrono tanto i buoni che i cattivi e che conduce sempre al lieto fine.
Ecco un piccolo, bel modo per fare qualcosa contro la violenza: decidere di non mangiare più altri esseri viventi.
Per la società sessualmente tollerante la violenza, qualunque violenza, indipendentemente dalla scala o dal contenuto, è diventata la nuova restrizione filosofica.