Chi ha imparato come obbedire saprà come comandare.
Fuggi il piacere che produce dolore.
Non acquisire amici in fretta, e quelli che hai acquisito non lasciarli in fretta.
Sigilla i discorsi con il silenzio, e il silenzio con il momento opportuno.
Impara a ubbidire e imparerai a comandare.
Onora gli amici.
Raramente riusciamo a far fare ai nostri figli quello che diciamo loro, ma non mancano quasi mai di imitarci.
Non c'è stile di vita così debole o stupido quale quello che è regolato dall'ordine, dal metodo e dalla disciplina.
Le cose che interessano Dio nella nostra obbedienza non sono quelle che ci sembrano facili, ma quelle che ci costano. Dio sottopone l'uomo a prove di carico, come un ingegnere con un ponte appena costruito.
Spesso l'uomo preferisce essere diretto, comandato, obbligato da una autorità superiore, perché questo lo solleva dal peso della responsabilità e dall'angoscia dei sensi di colpa, e quindi dal dover fare i conti con la propria coscienza.
Ahimè, che tristezza imparare a servire là dove hai imparato a comandare.
Quando pensi alla lunga e tenebrosa storia dell'uomo, troverai che molti crimini spaventosi sono stati commessi nel nome dell'obbedienza, più di quanti ne siano mai stati commessi in nome della ribellione.
Come l'ago del grammofono segue le vibrazioni più sottili, invisibili del disco, così l'anima deve obbedire allo Spirito Santo.
Noi vogliamo essere, e ci vantiamo di essere, cattolici e buoni cattolici. Ma la nostra intransigenza non tollera confusioni di sorta Nel nostro operare di italiani, di cittadini, di combattenti - nel nostro credere, obbedire, combattere - noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti.
Soprattutto, niente zelo.
Gli italiani hanno generalmente deciso di fingere obbedienza e poi fare come gli pare, sviluppando un'ipocrisia collettiva che non ha uguale neanche negli altri paesi cattolici.