Migliorare significa cambiare, essere perfetti significa cambiare spesso.
Sfuggiremo all'assurdità di far crescere un pollo intero, solo per mangiarne il petto o l'ala, facendo crescere queste parti separatamente in un ambiente adatto.
I problemi della vittoria sono più gradevoli di quelli della sconfitta, ma non meno difficili a risolversi.
Molte persone vedono l'impresa privata come una tigre feroce, da uccidere subito. Altre invece come una mucca da mungere. Pochissime la vedono com'è in realtà: un robusto cavallo che, in silenzio, traina un pesante carro.
La guerra è un'invenzione della mente umana, e la mente umana può anche inventare la pace.
Dobbiamo stare attenti a non attribuire a questo trasferimento gli attributi di una vittoria. Le guerre non si vincono con le evacuazioni.
Se avessi un po' di umiltà, sarei perfetto.
Un lettore perspicace scopre spesso negli scritti altrui perfezioni diverse da quelle che l'autore vi ha poste e intraviste, e presta loro significati e aspetti più ricchi.
Una cosa è certa: io, se c'è, sono per lasciare un errore, più che cercare la perfezione. La perfezione mi fa un po' paura e mi dà un senso di freddezza.
Io sono nessuno. Nessuno è perfetto.
Il meglio è il nemico mortale del bene.
Cerca l'eccellenza leggendo, ascoltando e guardando un lavoro fatto bene a un dato momento di ciascuna giornata.
La presunzione di perfezione è la soddisfazione di limitazione.
La vera perfezione dell'uomo non sta in ciò che l'uomo ha, ma in ciò che l'uomo è.
Dobbiamo rimboccarci le maniche. La crisi si vince con qualità, dettagli e perfezionismo. Rimarrà chi ha un'anima pura, senso del lavoro e con equità e morale.
La realizzazione dell'amore perfetto non è frutto della natura ma della grazia.