Ogni dolore che non distacca è dolore perduto.
Il male è l'illimitato, ma non è l'infinito.
Se l'anima cessa di amare precipita già qui sulla terra in uno stato quasi equivalente all'inferno.
Gli amanti e gli amici desiderano due cose: di amarsi al punto di entrare l'uno nell'altro e diventare un solo essere e di amarsi al punto che la loro unione non ne soffra, quand'anche fossero divisi dalla metà del globo terrestre.
Vi è un punto di sventura in cui non si è più capaci di sopportare né che essa continui, né di esserne liberati.
Finché un essere umano non è stato conquistato da Dio, non può avere fede, ma solo una semplice credenza.
Ogni dolore viene scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito è burro. E non basta un'eternità a cancellarlo.
Viviamo sotto strati di dolore, uno soggiacente all'altro e che per la presenza di quest'altro non viene percepito, ma che è pronto a far sentire la sua punta non appena quest'altro scompare.
L'uomo padrone di sè pone fine a un dolore con la stessa faciltà con la quale improvvisa una gioia.
Chi continua a esultare sul rogo, non trionfa sul dolore, ma del fatto di non provare dolore laddove se l'aspettava. Una metafora.
Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna.
Arcano è tutto, fuor che il nostro dolor.
Ci sono pochi dolori, per quanto strazianti, ai quali una buona rendita non arrechi un certo sollievo.
Credo che uccidere qualsiasi creatura vivente sia un po' come uccidere noi stessi e non vedo differenze tra il dolore di un animale e quello di un essere umano.
Il dolore è in effetti il processo di purificazione che solo permette, nella maggior parte dei casi, di santificare l'uomo, di distoglierlo cioè dalla volontà di vita.
Dolore è più dolor, se tace.