Le speranze possibili servono a metterci al riparo dalla disperazione.— Simone Perotti
Le speranze possibili servono a metterci al riparo dalla disperazione.
Il consumismo ha vinto laddove nessuna ideologia, credo o fede hanno potuto prevalere.
La vedono sempre volentieri, come succede quando incontriamo chi ha desiderio di noi, non chi ha bisogno.
Più che l'amoralità, il problema del nostro tempo è proprio questo: pochissimi, inclusi gli amministratori delegati delle banche che guadagnano nove trilioni di dollari l'anno, sanno che diavolo stanno facendo.
Quello che non torna, merita rispetto.
Roma è cambiata tanto. È sempre più cattiva, è sempre più aggressiva. Le persone sono disperate. La città è imbruttita, degradata.
Bisogna toccare il fondo per poter risalire.
Ma che paese è questo dove gli unici che hanno ancora qualche speranza vengono chiamati disperati?
In nessuna epoca le gioie sono state superiori ai dolori quindi in nessuna epoca sarebbe stato bello vivere.
Così è la disperazione, come una preghiera senza destinatario.
Tutto era diventato nuovamente completamente realistico, e cioè completamente senza speranza.
Nessuno ci vendicherà:la nostra pena non ha testimoni.
La disperazione è una forma superiore di critica; per ora noi la chiameremo Felicità.
Non c'è disperato così povero e impotente, che non sia buono a qualche cosa nel mondo da che è disperato.
Quanti progetti fattibili sono abortiti nello sconforto, e sono stati strangolati alla loro nascita da una vile immaginazione.