Le speranze possibili servono a metterci al riparo dalla disperazione.
La perdita di importanza delle scienze umane e segnatamente della filosofia è una delle cause della nostra decadenza. Da troppo tempo i filosofi non ispirano le vite degli uomini. E i risultati si vedono.
Quello che non torna, merita rispetto.
Io i sogni che non posso realizzare non li sogno proprio.
Chi rifiuta e basta è schiavo di ciò che odia, non discepolo di ciò che ama.
Il consumismo ha vinto laddove nessuna ideologia, credo o fede hanno potuto prevalere.
L'impotenza induce la disperazione, e la storia attesta che è la mancanza di speranza e non la perdita di vite quello che decide la sorte della guerra.
Quanti progetti fattibili sono abortiti nello sconforto, e sono stati strangolati alla loro nascita da una vile immaginazione.
Quando dispero, io ricordo che nel corso di tutta la storia la via dell'amore e della verità ha sempre trionfato. Ci sono stati tiranni e macellai, e per un po' possono sembrare invincibili, ma la conclusione è che cadono sempre. Riflettici. Sempre.
Il significato della disperazione... proprio quello che ci voleva!
Ché non c'è mai disperazione senza un po' di speranza.
Le sue disperazioni mi suonano troppo puntuali.
Nella disperazione gli uomini diventano animali.
Nei miei personaggi non c'è un reale pentimento ma c'è la desolazione, la disperazione in certi casi, e comunque un rimanere attonito di fronte alla manifestazione dei propri difetti.
La disperazione è rabbia senza alcun posto dove andare.
La gran massa degli uomini conduce un'esistenza di silenziosa disperazione.