Inevitabilmente tutti i grandi uomini conservano qualcosa di infantile.
Alla base del tabù c'è una corrente positiva di desiderio. Perché non c'è bisogno di proibire ciò che nessuno desidera fare, e comunque ciò che è proibito nella maniera più energica deve essere oggetto di un desiderio.
Potremmo azzardarci ad affermare che l'isteria è la caricatura di una creazione artistica, che la nevrosi ossessiva è la caricatura di una religione, che il delirio paranoico è la caricatura di un sistema filosofico.
Pur essendo incline a tutti gli estremi, la massa può venir eccitata solo da stimoli eccessivi. Chi desidera agire su essa, non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti; deve dipingere nei colori più violenti, esagerare e ripetere sempre la stessa cosa.
Tutti abbiamo dei desideri che preferiremmo non svelare ad altre persone e desideri che non ammettiamo nemmeno di fronte a noi stessi.
Il compito principale della civiltà, la sua propria ragion d'essere, è di difenderci contro la natura.
C'è un momento della mia infanzia che spesso mi ritorna in mente. Sto giocando con delle compagne di scuola sul balcone e sento mio padre che parla con la mamma: "È ora che Franca incominci a recitare, ormai è grande". Avevo tre anni.
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi.
Adolescente: dicesi di colui che sta lentamente guarendo dall'infanzia.
Segno certo d'amore è desiderare di conoscere, rivivere l'infanzia dell'altro.
L'infanzia è senza pietà.
La mia infanzia è stata un periodo di attesa del momento in cui potessi mandare al diavolo tutto e tutti di quel tempo.
Prima proteggersi dall'infanzia, poi proteggere l'infanzia!
La religione è l'infanzia dell'umanità.
L'infanzia è una malattia, un malanno da cui si guarisce crescendo.
Nessuna infanzia è priva di terrori.