Per molti, vivere non è una cosa dolorosa ma una cosa inutile.
Bisogna perseverare e rinvigorire il nostro spirito con una assidua applicazione, finché la tendenza al bene diventi saggezza.
Non devi farti simile ai malvagi perché sono molti, ne farti nemico ai molti perché sono diversi da te.
Le idee migliori sono proprietà di tutti.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
Sii servo del sapere, se vuoi essere veramente libero.
Se vogliamo, possiamo vivere in un mondo di illusioni confortanti.
Nessuno s'accorga che tu sei vissuto.
Vivi nell'atarassia, nella apatia, e troverai la tua felicità. Non preoccuparti mai; non volere gli entusiasmi, le forti emozioni. Siamo in un'epoca di egoismi senza individualità, e forse appunto per questo non si è inneggiato mai così forte al collettivismo.
Bisogna seguire ciò che è comune: ma pur essendo comune il logos, la maggioranza degli uomini vive come se essi avessero una loro propria mente.
Viviamo nella paura, ed è così che non viviamo.
Vivi apprezzandoti e fai silenzio, vedrai che ritroverai la calma e la serenità. In mezzo al rumore non si avvertono né i respiri né i sospiri delle persone che ti vogliono bene.
L'uomo è incapace di vivere da solo, ed è incapace anche di vivere in società.
Può capitare di vivere senza "esistere".
Vivere è l'infinita pazienza di ricominciare.
Ci sono uomini che vivono di certezze e non hanno mai dubbi: quelli non vivono, esistono.