Ho passato vent'anni sul palco prima di affrontare una telecamera.
Tutti quelli che fanno teatro, anche a livello amatoriale, sanno che in quell'ambiente si trova subito una famiglia.
Certe persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita. Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni.
Se la folla si è abituata ad andare a teatro; se tutti siamo arrivati a considerare il teatro un'arte inferiore, un mezzo volgare di distrazione, e a servircene come sfogo per i nostri istinti peggiori, ciò accade perché ci hanno troppo spesso ripetuto che era teatro, cioè menzogna e illusione.
Il palco è lo strumento degli attori.
Lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro.
Il teatro è la mia passione più grande. Ci ho messo tanto. E' stata una lotta togliermi l'etichetta del comico o del presentatore per portare in scena altro. Ho scritto testi miei e mi sono messo in gioco.
Il segreto della mia arte è... lavorare, amare la propria lingua con la stessa energia di Bruce Springsteen, amare il teatro come la famiglia.
Il teatro è una forma di felicità interrotta dall'esistenza.
Le anime che non siano teatro di conflitti sono scenari vuoti. La concordia è sempre noiosa.
La tv è divertente, ma in teatro si sente il respiro della gente e la libertà del palcoscenico.
L'essenza di una tragedia, o anche di un dramma serio, è il risveglio spirituale, o la rigenerazione, dell'eroe.