È la sfiducia in se stessi che fa credere ai miracoli.
Si può fare a meno di tutto. Purché non si debba.
La maggior parte della gente non sa quel che vuole, né si cura di saperlo.
Il successo prescinde dalla notorietà con la quale spesso viene confusa.
L'aforisma è come l'asparago: il buono è nella punta.
Fortuna è il nome che diamo al successo altrui.
I miracoli sono le fasce in cui si avvolgono chiese infantili.
I miracoli sono sull'uscio di casa. Basta saperli accogliere come fiori sbocciati in un deserto di sabbia. Sono fatti di amore, chiarezza e speranza.
Non spetta a noi dimostrare l'impossibilità del miracolo: spetta al miracolo dimostrare sé stesso.
Chi non crede nei miracoli, non è un realista.
Credere ai miracoli è più comodo che confutarli.
I miracoli sono sempre in attesa, senza far distinzione per nessuno.
Non credo ai miracoli: ne ho visti troppi.
Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario. I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada, gli angeli chiedono di essere ascoltati.
La scienza non è che la spiegazione di un miracolo che non riusciamo mai a spiegare e l'arte è un'interpretazione di quel miracolo.