A pentirsi c'è sempre tempo, a peccare no!
Il paradosso è una scorciatoia della verità.
La concisione è l'arte di dire molto con poco; la prolissità, di dire niente con troppo.
L'italiano non s'organizza: s'arrangia.
Lo scetticismo ci aiuta a vivere; il cinismo a morire.
Se la ricchezza non ci dà la felicità, ci fa sopportare meglio l'infelicità.
Chi ha un handicap giustifica sempre i suoi peccati.
Vi sono peccati il cui fascino sta più nella memoria che nel fatto, strano trionfo che gradisce più l'orgoglio che la passione e dà all'intelletto un agile senso di gioia, più grande di ciò che il peccato arreca o può arrecare ai sensi.
I peccati della carne non sono nulla. Sono malattie che i medici curano, se proprio devono essere curate. Solo i peccati dell'anima sono vergognosi.
È un peccato il non fare niente col pretesto che non possiamo fare tutto.
Il peccato: inventato dagli uomini per meritare la pena di vivere, per non essere castigati senza perché.
I nostri peccati sono fabbricati in cielo per creare il nostro inferno, di cui evidentemente abbiamo bisogno.
Una testa perversa può risarcire la donna di tutti i peccati che dieci corpi sani non hanno commesso su di lei.
Il "mondo del peccato" nella nostra vita pubblica si identifica in una grigia, desolante litania di fondi neri, aste truccate, tasse evase, favori illeciti, interessi privati in atti d'ufficio, radiospie, servizi segreti: sempre soldi o potere, che malinconia.
Tutti i peccati sono dei tentativi di colmare dei vuoti.
In una bella mattina di primavera, tutti i peccati umani sono perdonati. Un tal giorno è tregua per il vizio. Mentre questo sole si offre per cauterizzare le ferite del peccato, il peccatore più vile può ritornare innocente.