La fede nasce dalla ragione che dubita di se stessa.
L'italiano comincia a battersi per una causa solo quand'è certo che non sarà perduta.
In Italia le dimissioni si chiedono, non si danno.
Non è nessuno, ma credendosi tutto, riesce a sembrare qualcuno.
La ricchezza pesa, la povertà schiaccia.
La fortuna aiuta gli audaci. Fortuna permettendo.
L'uomo si trova al bivio fra due opposti che non sono il male e il bene ma il male e la fede.
La fede è d'oro, l'entusiasmo è d'argento, il fanatismo è di piombo.
La fede ha un aspetto fondamentale che interessa non solo la mente e il cuore, ma tutta la nostra vita.
Se in certe teologie ed ecclesiologie di oggi Maria non trova più posto, la ragione è semplice e drammatica: hanno ridotto la fede a un'astrazione. E un'astrazione non sa che farsene di una madre.
Una fede lieve e pesante come la mannaia di una ghigliottina.
L'elemento di ogni conoscenza e attività umana è la fede. Nasciamo tutti nella fede e dobbiamo rimanere nella fede, proprio come nasciamo tutti nella società e dobbiamo rimanere nella società.
Io non credo, né mi rifiuto di credere, in nulla.
Vivere fino in fondo la fede, oltre a non essere uno stato di minorità, è un modo eccellente per rendere migliore il mondo.
La fede è un'oasi nel cuore che non può mai essere raggiunta dalla carovana del pensiero.
Vana e folle è la pretesa di certi uomini che affermano la propria fede essere più scientifica di quella di altri. Fede e scienza non hanno nulla di comune, ed in quella non può esservi più o meno di questa.